sabato 13 novembre 2010

Il drago rosso sulla verde collina

Cymru. Galles in gallese. Lo stato con la più alta densità di Castelli medioevali al mondo, addirittura 400 in un'area di duecentocinquanta chilometri! Un'enormità. E poi pocore.
Pecore, pecore, pecore. Beeee si, ce ne sono a vagoni, dicono addirittura che ci siano più pecore che abitanti, e "un vi racconto cosa 'e dihano gli inglesi sulle abitudini sessuali dè gallesi!". Se ti stai chiedendo quale sia il nesso tra le pecore e le abitudini sessuali dei gallesi, beh... la soluzione la troverai tu stesso in Galles non appena vedrai una pecora voltare le spalle ad un pastore.
Arrivo intorno a mezzogiorno. Sosta al museo della civiltà gallese. Un piccolo villaggio che racconta la vita gallese, casette di argilla rosse col tetto di paglia che punteggiano un'area piena di viuzze di terra battuta, roseti, verdi sentieri e vasche d'acqua. Tempo di qualche foto, una rapida citazione di Asterix ed Obelix, e giungiamo al castello di St. Fagan. Immerso nel verde anch'esso. Dedali di siepi, statue, scalinate, giardini e pergolati disegnano un paesaggio fiabesco.
Siamo leggermente fuori dalla capitale del Galles. Tempo un'ora e il bus ci porta in città.
Cardiff, la capitale più verde d'europa, il tempio della natura. Siamo nel cuore della città. Ancora un castello, ed ancora verde intorno a noi. Parchi immensi. L'autunno è appena iniziato e le rosse foglie degli alberi colorano il paesaggio intorno a noi. I cinesi che compongono il nostro gruppo approfittano dei colori per sfamare le loro Canon e per farci perdere tempo. E' il posto ideale per leggere un libro o fare una corsa.
Giungiamo alla torre dell'orologio, simbolo di Cardiff, che svetta al lato del Castello nel cuore della città. Stupenda. Entriamo nel forte del castello, ammiriamo Cardiff dalla sua vetta, tra vertigini e risate scendiamo ed esploriamo le altre parti del castello. Poco tempo a disposizione, decidiamo di fare un giro per il centro. Città ordinata, pare offrire molto per la sera, il Millennium stadium e qualche opera di post-modernariato sono il simbolo evidente di una città in evoluzione e dalle molte potenzialità. L'amore per il rugby è viscerale, il merchandising delle palle ovali è ovunque, e fa breccia sui turisti. Carino il "Brewer quarter" e le viuzze del centro. Che valgono un giro.
I gallesi sono cordiali, e non solo nei negozi. La proverbiale "welsh ospitality" non viene intaccata nemmeno dal tentativo del solito buzzurro italiano di turno che testa con il suo didietro panche di trecento anni fa.
Montiamo sul coach che riporta a Reading. Qualche ora in più di permanenza ci avrebbe fatti più felici, ma va bene così.



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