giovedì 24 febbraio 2011

Pollo all'arancia, le nuove avventure.

Si sa. Quando si vive da soli bisogna adattarsi. Ma adattarsi è "dominio" di inventarsi.
Si finisce così per creare, proiettare le invenzioni laddove c'è una lacuna. La cucina è uno dei tanti esempi.
Io sono ormai diventato un esperto del "pollo all'arancia", dei suoi segreti e delle sue travolgenti avventure.
Ricetta facile, rapida e se saputa fare vi farà fare anche bella figura con i vostri coinquilini di turno. :)
  • Petti di pollo, 500 g
  • 4-5 arance, pure sei
  • Latte, 50 mL
  • Burro
  • Sale e pepe
basta. Siamo persone semplici noi.

Tagliate a pezzetti piccoli i petti di pollo e metteteli a marinare nel succo d'arancia (aggiunto di pepe) precedentemente spremuto, per una mezz'ora abbondante.
Il pollo deve godere, estasiarsi in più arancia possibile.
Sciogliete del burro "quanto basta", (e qui lasciate godere me anzichè il pollo utilizzando (finalmente) il termine "quanto basta", nella padella e aggiungete i pezzi di pollo). Il succo dell'amore non buttatelo.
E' provato scientificamente che un "pollo ben imbevuto" rilasci a sua volta succo d'arancia (Chef Tony, 2001). Eccome se lo rilascia!
Assicuratevi dunque che, nella padella, il pollo cuocia allegramente nel succo da esso stesso rilasciato.
Ne sarà felice, ma non violentatelo con fiamme troppo alte.
Il pollo ha bisogno di tempo, e soprattutto preliminari.
Non appena il succo di arancia si è ritirato quasi completamente, docciate il pollo con l'altro succo d'arancia, quello che vi era avanzato dal precedente bagno. Vi spalancherà un sorriso.
Lasciate cuocere per un po' ed aggiungete il latte. Poco e ben distribuito. 50 mL dovrebbero essere sufficienti. Mi raccomando, pollo a pezzi piccoli.
Poi pepe e soprattutto sale. Salate, salate. Pollo amare sale.
Lasciate cuocere a fuoco lento per una ventina di minuti. Ma tutto dipenderà dal sistema pollo-liquido.
Servite caldo.

Da buon enologo, ci abbinerei un Tocai friulano. Ma non spendeteci troppo euri per il vino.
E' pur sempre del loffio e banale petto di pollo.

Future Perspectives

- aggiungere la farina per aumentare la consistenza del sughetto



References

Tony Chef et al. (2001), The mechanisms of orange juice absorbtion in a chicken environment, The American Journal of Chicken, 6, 223-310

lunedì 21 febbraio 2011

Meridiano zero, isola dei cani, All star. E finire a Torre Annunziata.

Il Tamigi, come un filo, taglia Londra in due. Crea un'ansa, poi un'altra ancora ed inizia a ingrossarsi. A sud della seconda ansa, una strana forma circolare si incastra a mò di enzima-substrato. Ti colpisce subito dalla cartina. 
Infilataci con sapienza dal maestro Rogers (che ci progetta il centro a Scandicci) e teatro di grandi concerti ed eventi sportivi, l' "O2 arena" è l'inizio del mio sabato mattina. 
Complice il venerdì notte che ha mietuto ancora una volta vittime... si riparte con le solite 5 ore scarse di sonno, ma stavolta armati di guida Lonely Planet English version (2.70 £ su amazon - tiamoamazon) alla scoperta di Londra. A Reading ci sono affezionato, ma è Londra che mi sta facendo innamorare, che necessita delle mie coccole in questo sabato mattina. Paolo (il fratello maggiore acquisito) stavolta mi raggiungerà in giornata.
Cielo grigio, ergo, linea della metro grigia. Non fa una piega. Un esempio di logica. Grandioso.
Carico la Oyster e mi accomodo sulla Jubilee Line. Oggi ho deciso, mi vado a sedere sul meridiano zero. Appoggio comodamente la schiena al seggiolino, sfoglio la mia guida ed alzo gli occhi ad ogni stop per guardare incuriosito forme e motivi che dipingono le fermate metro. Tutti clamorosamente diversi. Adorerò presto i pixel della fermata Tottenham Court Road... Parlano. Londra è così. Interagisce con te. 
Il Meridiano 0° 00,00'
Il primo negozio del mondo! :) 
Stop a North Greenwich (da pronunciarsi "grenić" e non "grinuić") dunque. Piove e c'è foschia, l'O2 (The Millennium Dome), che ha ospitato Michael Jackson, Bon Jovi, Led Zeppelin si staglia dietro di me. 50 metri di altezza, 1 chilometro di circonferenza. Un autentico capannone da circo. Maestoso, Imponente. Sembra galleggiare. Sembra essere un'isola. Alla fermata C passano i bus che ti portano verso il Greenwich Park ed approfitto subito del 188, piove e non posso camminare molto, poi è un ottima occasione per guardarsi l'area comodamente seduti. Siamo nel South east London e il London Borough of Greenwich (Patrimonio dell'umanità) è totalmente atipico rispetto a ciò che ho visto finora. Prettamente residenziale, ha le caratteristiche di un villaggio e girando per le strade si può respirare il forte legame di questa città con il mare. Edifici bianchi, parchi alberati e svariati negozietti che vendono orologi, sestanti ed oggettistica marina (carino il Nauticalia, " The first shop in the world, 0° 00.04'W "). Modelli di navi ovunque. Al centro dell'area il Greenwich park. La foschia purtroppo non rende il giusto merito al panorama, che in una bella giornata di sole avrebbe certamente reso di più. Mi dirigo sull'ermo colle al centro del parco, che ospita il Royal Observatory e la linea del meridiano zero.
GMT 01.32 pm, in Italia un'ora in più. Approfitto per sistemare finalmente l'ora sul mio orologio da polso. Mi metto a cavallo del meridiano 0. Caspita sono tra i due emisferi!! Un po' come essere tra Springfield e Shelbyville insomma. Da qui si vede tutta l'area. Il panorama è fantastico nonostante la nebbia e le brutte facce di una famiglia di pisani, che purtroppo ho trovato sul mio cammino. Scivolo verso la Queen's House, il National Maritime Museum ed il Royal Naval College. Che visito rapidamente. In foto alcuni dettagli del National Maritime Museum, e la Tulip Staircase della Queen's house.


Non riesco a vedere il Cutty Sark, il clipper in esposizione da non so quanti anni. E' stato incendiato da qualche burlone nel 2007, e sia tutt'ora in fase di restauro. Mi dirigo verso il molo per respirare un po' di aria di Tamigi. Riesco a vedere l'O2 da qui, nonostante la nebbia. Una signora con un cane minuscolo mi passa a fianco e due turisti mi chiedono se ho idea di dove sia il tunnel sotterraneo che ti permette di attraversare il tamigi ed andare dall'altra parte. "E' chiuso cicci!". Ero dell'idea di farmelo a piedi e raggiungere Millwall, ma per tutto il 2011 non sarà accessibile. Ottima scusa per prendere la DLR, tornare indietro e raggiungere Paolo che mi aspetta a... Camden Town! Dalla semiruralità e tranquillità di Greenwich al marasma del Camden Market.
Veduta (nebbiosa) della Queen's house e dell'Old Royal Naval college
Entrata della Queen's House

La Tulip Staircase della Queen's house

Il National Maritime Museum
O2 arena e Isle of Dogs (da google.com)
London overground. Mi siedo sulla DLR, la linea metro che taglia il Tamigi e accarezza i grattacieli del Canary Wharf, il centro direzionale di Londra che ospita le sedi delle grandi banche e della London Press (HSBC, Barclays, The Telegraph, The Independent,...). E' come una giostra. Guardo dall'alto i docks, vasconi d'acqua squadrati dalle costruzioni attorno, che perimetrano questo lembo di terra dandogli la pseudo forma di un'isola. Sto volando sull'Isle of Dogs (l'isola dei cani... mang' lì can!). Sospeso in aria, la mia immagine riflessa nel vetro della metro, il blu dei vetri attorno a me, sembra di essere in una scena di un film (aggiungo una foto aerea presa da google). Scendo nel mezzo del Canary Wharf, tra i grattacieli, per cambiare linea ed andare dall'altra parte di Londra. "O' come son basso"!!! 180 centimetri contro decine e decine di metri d'altezza! Geniale la tube station!!! Sembra una cattedrale sotterranea. Ed è proprio in mezzo all'agglomerato!
Stazione della Metro di Canary Wharf

Linea grigia, poi linea nera quindi, mani in tasca e giù in mezzo alle follie punk e alle bancarelle vintage di Camden Town. Il mercato si divide in tre aree, il Camden Market, il Camden Lock Market e il Camden Stables Market. Puoi trovare di tutto. Compreso Paolo. Non passeremo la serata qui, perchè a Ealing Broadway, West London, ci aspetterà un terzo moschettiere per " l'abbuffata di pizza napoletana". Pizzaiolo di Torre Annunziata. :) Compro un sacchetto con 4 donuts bisunte d'olio. Cibi grassi e insani per non far abbassare troppo il livello del colesterolo cattivo. Paolo mi vede e mi piange. Ma ho fame. Giriamo per un paio d'ore, in mezzo a All Star giganti, aereoplani appesi testa in giù, negozi a tinte forti, piercing e tattoos. Due Cyborgs (finti) ci accolgono all'entrata del Cyborg Dog. Bitch style? elettropunk? technofuturistico? Non saprei come definirlo! Il negozio più di fuori che abbia mai visto in vita mia!! Musica assordante e led ovunque. Abiti fluorescenti, pelliccioni improponibili ed un'area VM 18. E non è una discoteca. Oltre l'estremo. Un'attrattiva. Ridiamo.
Rimaniamo colpiti dall'altissimo numero di asiatici che hanno acquisito negozi e bancarelle, la nuvola cinese ha assorbito qualsiasi cosa! Ogni tre secondi provano a placcarti per un assaggino. Ma l'odore di spezie ed incensi rende stucchevole qualsiasi cosa. Ad eccezione delle ciambelle. 

Giriamo ancora un po' e decidiamo di raggiungere Ealing Broadway. Per la pizza napoletana. Ottima e a prezzi accettabili. Una pizza (davvero come si deve!!), birra e acqua a 10 £. Un posto Fantastico, come piacciono a me: piccolo, atmosfera familiare, pochi fronzoli e ottima cucina. Il pizzaiolo di Torre Annunziata è stato travolgente!!
Sabato sera piacevolissimo. A soli venti minuti dalla tranquilla Reading. 
Ed è tutto molto bello! :)
La mattina dopo partiremo per Windsor.  
The post is coming soon.... (hopefully!!!)

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(Un pensiero alle vittime dei bombardamenti in Libia)

martedì 8 febbraio 2011

Coriandoli

...dell'essere, dell'apparire, del sublimare.
...delle sfaccettature, ma anche dei punti.
...di sporgersi, per più di un attimo.

...di una gentile presenza turca.
...di condividere un buon bicchiere di rosato.
...di scrivere un essay.
...di un piacevole martedì sera.
...del dinamismo.

...di una guida Lonelyplanet fresca di pacco.
...dell'intensità.

Coriandoli.



martedì 1 febbraio 2011

London calling #1

Non c'è niente di meglio che spezzare i frenetici ritmi universitari con una domenica a Londra. Ho sempre avuto la percezione che per staccare la spina bisogna proprio abbandonare fisicamente il luogo del delitto,  congelarsi e congedarsi per un po'. Lasciare Reading per un giorno quindi. Per un refresh alle sinapsi. Niente cartina con me (è a Firenze dimenticata sulla scrivania), prendo la borsetta marrone da punkabbestia (reduce dell'ultima estate), quel che resta del cioccolato bianco organic, una bottiglietta d'acqua e mi avvio alla stazione. I fumi dell'alcol del sabato notte sembrano percorrere il mio cervello side-by-side e la musica del 3-sixty continua ancora a scalciare nella mia testa. Gli ultimi reduci della folle nottata hanno gettato la spugna e hanno preferito il letto e le calde coperte alla mozione Londra. Cinque ore scarse di sonno, sveglia alle nove e alla stazione alle 10.15, credono che sia un folle.. Energia, buona volontà, e ritmi blandi (in fondo è domenica), come nel mio stile. Per guadagnare minuti faccio appello al mio proverbiale culo. Ho la fortuna di beccare l'autobus (passano ogni mezz'ora) e il treno senza aspettare un minuto. Praticamente subito (tutto questo senza sapere un orario). Tutto al volo e alle 11 sono giò sulla Bakerloo line. Fermata Embankment. Metà linee sono chiuse per manutenzione, bisogna arrangiarci. La giornata è pianificata in order to fulfill my artistic needs and wants, e la Tate gallery è quello che fa al caso mio.
Il cielo si sta schiarendo e un tiepido sole esce ad illuminare il London eye. A piedi fino al Bankside lungo il Tamigi. Non c'è traffico e le strade sono piene di gente, come al solito. Durante il tragitto incoccio in una curiosa coppia di signori. Marito e moglie. Scesi da York per vedere il musical di A. L. Webber, "Love never dies", all'Adelphi. Sono italiano e cucino la pasta, si interessano subito a me. Mi tempestano di domande fino ad intavolare una piacevole e interessante chiacchierata dal tema "ma quant'è bell 'o Yorkshire". La moglie si esalta nell'esaltazione della sua contea, descrivendone i pregi e le qualità, atteggiandosi fiera ed aggiustandosi di tanto in tanto la pelliccia leopardata. Il marito resta indietro nel discorso e capisce mezze cose (grazie all'amplifon). Una di quelle mogli intraprendenti che fa per due insomma. In tutto questo ancora non ho capito quali siano i criteri che portano le over 60 ad innamorarsi di me. La signora mi riempie di complimenti fin da subito senza nemmeno conoscermi, e nel giro di cinque minuti guadagno un soggiorno nel fantastico Yorkshire. Un couch-surfing fatto a mano, diciamo.

Lascio la coppia, felice ormai di avere un nipote italiano, e giungo alla Tate masticando uno stucchevole sandwich al pollo in salsa d'avocado (i troiai di quei geni del Prèt a Manger). Ex centrale elettrica del Bankside. 7 piani. Dribblo Orozco e la pittura social realista. E mi dirigo verso Surrealismo e tecniche associate al livello 3: Poetry and dream/Material gestures è il tema della sala. Postpongo Cubismo, futurismo e vorticismo, che sono al livello cinque: States of flux/Energy and process. Ogni opera richiederebbe 5 minuti di riflessione. Comprese le "Forme uniche della continuità nello spazio" di Boccioni, che ormai mi perseguitano ovunque. Anche l'odio per la pittura di Matisse riprende corpo e torna a galla. Ogni volta dimentico quanto mi urtino i suoi quadri. Mi rifaccio gli occhi con Monet. E procedo dritto verso la stanza dedicata ad un video VM 18. Self representation dell'artista con la compagna. Brividi. Preferisco auto esaltarmi con le mucche di Andy Warhol  in una stanza giallissima. Ma orgasmo ed occhi ridenti arrivano nella stanza dedicata alla street art "Red star over Russia". Come entri, il tuo raggio visivo è completamente occupato dai poster di propaganda bolscevica che coloravano Mosca durante la rivoluzione d'ottobre! Pare la stanza dell'ANPI, ma senza ì Bassi. "Ten days that Shook the world", scrisse Reed. Gran figata.
Con la scoperta dell'esistenza della corrente dell'Arte povera (validissima, tra l'altro)  termino le mie 3 ore bulimia artistica. 



La mia giornata potrebbe finire qui, ma è ancora presto e non ho nessuna intenzione di fermarmi! Soprattutto adesso che le nuvole stanno scomparendo. Londra è energia e regala energia, la gireresti all'infinito.Vuoi conoscerla sempre di più, te ne innamori camminandoci. Ne sei attratto ogni volta di più, è magnetica. Fosse una donna sarebbe la mia donna ideale.
Avanti con l'esplorazione ed eccomi sospeso sul Tamigi con i piedi ben saldi sul Millennium Bridge. Dal Bankside alla City su questo capolavoro in acciaio. Vedo la cupola barocca di Saint Paul's Cathedral in lontananza ed alle mie spalle il Tate. Cammino sul ponte mentre il vento mi smuove la cespa (che si sta riformando).
Tra skater-boys, obrobri grammaticali degli inglesi che mi cadono proprio sulle focaccIe, e buffe anziane signore con dei cappelli-alveare che in tutta onestà "'e un si possan vedè" (vedi foto) raggiungo finalmente la cattedrale di San Pollo. Grasse risate.
(Ci entreremo nelle prossime visite londinesi)


Son le 16.00.Mi dirigo verso Buckingham Palace. Di strada la Royal courts of Justice e Trafalgar square, che a vederla senza neve mi fa quasi effetto. Il cielo ormai è quasi totalmente limpido, sono in mezzo alla piazza e i raggi del sole creano uno strano effetto sull'acqua delle fontane quando questa si sovrappone alle colonne della National Gallery. Il leone mi guarda mentre osservo la colonna di Nelson. 
A sud l'Admiralty arch. Per imboccare The Mall, il viale delle parate che porta a Buckingham palace e che costeggia St. James Park. 
Battesimo dei parchi londinesi. Scoiattoli che scroccano cibo e che non si lasciano bullizzare dal sottoscritto (tutti uguali sti scoiattoli), anatre, cigni e seagulls colonizzano il verde del parco. Il primo pensiero? "Bada spettacolo!". Io credo sia uno dei parchi più belli che abbia mai visto nel mio primo quarto di secolo. Dopo l'Acciaiolo, intendo. Vivessi a Londra ci andrei tutti i giorni a correre. Siamo nella city di Westminster e St James's Park è uno dei parchi reali. Il lago in foto è situato nel mezzo del parco, ha due isole, la Duck Island (riserva di anatre) e la West Island. Una meraviglia. 
In fondo al parco, Buckingham Palace, la residenza reale. Finalmente (tra l'altro è incredibile come sia riuscito a girare Londra senza cartina e senza perdermi). Il cambio della guardia era alle 11.30. Me lo sono perso. Amen. 
Le due guardie di sorveglianza si muovono come soldatini mandati a corda! Resto basito. Gironzolo un po' in zona e socializzo con un gruppo di ragazzi spagnoli, con i quali mi reincammino verso il Big Ben.



'O come ll'è bello il Big Ben con la luce dì sole!! Penso a quanto meraviglioso sia il posto in cui sto vivendo. Forse ancora non realizzo. Ma è sempre così. Si realizza sempre in post. Quando si rielaborano le immagini nella nostra mente.
Ancora qualche centinaio di metri e ritorno all'Embankment per prendere la marrone. Saluto gli amici ispanici e scatto un po' di foto, prima di avviarmi verso Paddington.
Il cielo è viola al tramonto. E Londra è davvero un sogno. Per fortuna a portata di mano. :)







Buonanotte.