giovedì 15 marzo 2012

Il Ti Amo telefonico


...che io poi ce l'ho sempre avuto. Mi ha sempre accompagnato in tutte le mie vicende senza mai abbandonarmi. Che poi se mi succedeva una disgrazia e c'era, come dire, da rimboccarsi le maniche lui subentrava a sistemare tutto, si si, ci entrava di lato, in tackle, e mi rovesciava il pronostico. Ce l'ho sempre avuto lì che mi accompagnava e non mi abbandonava e poi subentrava e mi rovesciava il pronostico. Il sedere dico. Nemmeno stavolta che bombardato dalle disgrazie a grappolo avevo quasi tirato i remi in barca, nemmeno stavolta - dicevo - mi ha lasciato lì, da solo, ad affogare. Che poi si sapeva che io fossi un uomo tutto ripieno di codesta fortuna. Che la gente, poi, sapendolo, si chiedeva forse dove fosse andato a finire, Io stesso mi chiedevo se fosse volato via. Che magari lui, il Sedere, ci aveva dei problemi esistenziali. Di quelle incertezze che ti strozzano e ti lasciano a terra. E si era messo lì (già ce lo vedo) a pensare se (astoggiro) manifestarsi oppure no contorcendosi in pensieri di una lentezza assoluta e pensando che si, beh, forse, poi - E' meglio che stavolta non vada che ci ho da pensare a me -. - Ma poi, no, penserà male di me - (avrà pensato). Che a pensar male si fa peccato ma poi alla fine ci si indovina (avrà poi certamente ribattuto tra se e se, in un rimorso di coscienza) e quindi meglio darsi una mossa e dargli un aiuto:
...ed è così che ricevo questa telefonata da questo angelo di nome Francesca, che dice che non mi conosce ma che ritrova il mio giubbotto e che mi cerca ostinatamente su google e addirittura mi rintraccia. Lei, che mi dice tutto questo, andrebbe gratificata subito con un Ti Amo telefonico, penso. Che una donna che vede il mio giubbotto buttato in un contatore di una via sconosciuta, ci ravani dentro ed abbia la sensibilità di contattarmi, beh Lei un Ti Amo telefonico se lo merita tutto.