lunedì 28 novembre 2011

Mentampsicosi: da uomo a Brooklin


Sono poi entrato in questa vasca-doccia, che già macchinavo nella mia testa un modo per lavarmi senza usare uno dei suoi bagnoschiuma, che poi non ci posso andare a giro con l'odore di fragola addosso, e la fortuna vuole, - che poi ci si lamenta sempre e poi la fortuna ci corre sempre appresso - insomma la fortuna vuole che tra mille prodotti da donna sbuchi un flacone di shower gel da uomo verde alla menta. Che in realtà mi puoi venire a contestare il fatto che mi sarei potuto portare il mio di shower gel, ma non posso perdere tempo a dirti che non c'era più posto in valigia e che alla fine ho dovuto fare una selezione oculata delle cose da portarmi dietro. Che gli shower gel poi, sai tu stesso che sono  rinomati per essere il bene materiale più scroccabile di sempre. Che nessuno ti dirà mai, - no non puoi prendere un po' del mio shower gel - e che nessuno ti dirà mai - ridammi quelle tre gocce di shower gel che ti ho prestato l'altro giorno - e che quindi idealizzando un mondo in cui non sia concepita la solitudine si potrebbe anche finire per non comprarselo mai lo shower gel.
Allora, prendo questo flacone di shower gel verde da uomo al gusto menta in questa vasca-doccia e ne spremo un po' sulla mia mano, che poi alla fine se ne mette sempre poco sia mai non ti piaccia, insomma quindi ordunque ne spremo un po' e inizio a passarmelo addosso. Che uno nel frattempo non vorrebbe dare dei giudizi affrettati sulle persone, ma si ritrova a pensare mentre si spalma lo shower gel da uomo in una doccia-vasca di una donna, che cosa ci possa mai fare lì uno showergel da uomo, in una vascadoccia da donna. O a pensare quanto le vaschedoccia sono proprio una cosa da donna, che a me non passerebbe mai per la testa di farmi assemblare in casa una vascadoccia. E poi uno riflette e pensa a quanto sia stronzo pensare certe cose e che certi pensieri così dovrebbero ricadere proprio su chi li pensa. Diventare ogni volta il danneggiato da tale pensiero. Che poi a volte le cose le complichi col pensiero ma poi una volta che ci hai pensato tornano a diventare semplici, che magari quello showergel era li da tempo. Così come la vascadoccia, che forse l'architetto pensò di costruire la palazzina attorno alla vascadoccia. Insomma guarda lì cosa ti vai a pensare, pensavo e nel frattempo l'odore preciso di Brooklin alla menta saliva alle mie narici, che per la prima volta nella mia vita ho avuto la sensazione di essere una gomma da masticare.

venerdì 18 novembre 2011

Sei sforzi e mezzo di saggezza

L’Italia è un paese fondato sulle raccomandazioni e poco sugli sforzi dei singoli. Vorrei sapere perché becco solo gente “onesta” quando si tratta di lavoro. Tanto meglio. Che almeno mi risparmio lo sforzo dei ringraziamenti.

La differenza tra oggi e qualche anno fa, è che ho capito come arrivare ad ottenere risultati eccellenti contenendo gli sforzi. E pare funzionare.

Tutto è capibile. E’ solo una questione di tarare il grado di intenzionalità nello sforzo.

Alla base del successo c'è l'intenzione. (Questo vale 1/2, che non ci avevo messo la parola sforzo prima di cinque parole fa)

A volte vorrei tirarmela e mi sforzo per non farlo. Quanta arroganza di fondo. Eppure potrei scrivere qui, quanto sono il più forte. Ma non lo faccio. Sto continuando a reprimerla questa mia arroganza.

Rezza è uno dei teorici dello sforzo. Che si divide in settoriale e spicifico. Il mio sforzo appartiene alla bbranghia degli sforzi spicifici.

Quando vinco non esulto e non mi sforzo per farlo. Si poteva sempre fare meglio.