venerdì 29 ottobre 2010

...my post-modern desk art

Quanti buoni motivi ci sono per buttarla sul riflessivo?MMMille, diceva l'Ingegner Cane.
Il tempo di una birra, due passi con gli amici per cambiare aria e poi in stanza per riposare.
La camera è confortevole e la finestra dà sulle piante. C'è un bosco qui dietro ed uno stagno. Il buon vecchio pond.
La fauna se la dorme grassamente. C'è vento, ecco, mi chiedo se un poeta in questo momento focalizzerebbe l'attenzione sul fruscìo del vento e sul dimenarsi delle foglie. 
Io non sono un poeta e mi limito ad osservare la mia scrivania, tra l'altro visibilmente indignata per la mia riproduzione di installazioni post-moderne sulla sua superficie. Un pacco di biscotti al ginger, un mazzo di chiavi, una lampada che predice il futuro, i fingers, le reliquie di una apple-pie targata TESCO, e un vasetto di nutella che anche lui, povero, ha ormai del tutto finito il suo corso. Poi penne e fogli qataresi. Se questa non è arte...

Sono riflessioni anche queste, e questo post è una scusa per non andare a dormire. Prima vai a letto, prima arriva la mattina. E stanotte, cogiterò... non ho troppo sonno in fondo.


mercoledì 27 ottobre 2010

Iniziano le danze...

Non c'è proprio niente da piangere! Anzi. L'Inghilterra è uno spettacolo e questa esperienza si sta rivelando ogni giorno più azzeccata, certamente la più bella da venticinque anni a questa parte.
Eccomi qua, emigrato a Reading in Iuchei mosso dall'irrefrenabile bisogno di migliorare la mia posizione, acquisire maggiori competenze tecniche e linguistiche. Proiettarmi in una una nuova dimensione, scollarmi da Firenze, era in lista. Una delle priorità che mi ero promesso, e che per motivi più che validi ho shiftato di qualche anno. Ma come dice una mia cara amica psicologa, 25 anni è l'età perfetta per scollarsi dal nido.


Partito da solo, all'avventura, senza nessun aggancio nè punto di riferimento mi ritrovo  del tutto inaspettatamente a soffrire solo le fini ed insistenti piogge e l'assenza del buon vecchio Chianti-Colli Fiorentini, quello del contadino che tanto "fittava" bene a pranzo! Traumi superabili.
Anyway, non c'è vino? Si va di birra. Ale a gogò. Ed Ale che beve Ale è battuta ancor più brillante da queste parti! (Notare gli sforzi che faccio per adeguare il mio sarcasmo al british humour). 
Adeguamento, parola chiave. Ci si adegua a tutto... anche al cibo. Ma non alle code. Anche sotto la pensilina della fermata dell'autobus le persone stanno in coda. E' un mondo totalmente sistemico, fatto di code e istruzioni per l'uso. Ovunque. How to do's pure sulla tazza del water. Scherzo. Ma che bizzarri codesti inglesi.

Town Hall, Reading (UK)

Ma non c'è solo Inghilterra in Inghilterra. E' una babilonia di bipedi provenienti da tutte le parti del mondo e perfettamente integrati nel tessuto sociale (e lipidico) readinghese, il melting pot.
Incontrare un taiwanese, una malaysiana e una qatarese (che suona un po' come una aquarese, ndr) nello stesso giorno non è poi così impossibile. E se hai un po' di fortuna becchi anche la qatarese giusta che ti lascia in regalo tutto il suo arsenale da cuoca e tutte le sue munizioni da studentessa di phD a fine carriera universitaria, prima del ritiro definitivo in Qatar. In quel caso, sempre se hai fortuna, puoi ritrovarti zeppo di pentole, piatti, bicchieri, tazze, evidenziatori, cartelline di plastica e raccoglitori.

Paragrafo trè: c'erano un italiano, una greca, un'indiana e un italo-canadese. Che non è la barzelletta della torre di Pisa, ma i miei floormates. Grande empatia, fin dall'inizio. Terza settimana di condivisione della cucina e tra noi le cose filano che è una bellezza. Poi subentra la colonia cinese a completare la batteria di persone abitanti il nostro floor. Estremamente pacifici, ti offrono una doccia di frittura gratuita quando metti piede in cucina, escono pazzi per il karaoke ed amano farsi chiamare con raccapriccianti pseudonimi inglesi (Melody, Harmony...).Viviamo in una Hall of residence in prossimità del Whiteknights Campus (come, non avevi capito che ero qui per studiare?). Che è fondamentalmente un pataccone verde con un lago al centro. Mai vista un'erba così verde. Mai visto neanche un lago così verde. Animali su animali, cigni e famiglie di anatre che fanno aquaplanning scapicollandosi dai ponticelli, scoiattoli che sgranano castagne e volpi in quantità industriale (e anche scoiattoli che sgranano castagne e volpi). Natura tutt'intorno e l'ambiente ideale per studiare. Campi da calcetto con un'erbetta invidiabile (totally free) per la sete di calcio dell'italiano che c'è in me, finalmente niente cemento!

Come sto? Alla grande. E lo studio? Ho iniziato i corsi del mio MSc in Agricultural Economics, il 3 ottobre, dopo un Presessional course in Economics. Durerà un anno. Ti fanno capire chi sono fin dalla prima settimana. C'è da farsi un discreto ****, come si dice da noi. E la cosa mi attrae fortemente. Le lectures sono estremamente interessanti anche se ti tolgono il respiro, si arriva al weekend contenti perchè finalmente si può studiare... Sette-otto slides a lezione e via, il resto lo fai da solo a casa. Pesante. Ma adoro le sfide. Essays da consegnare a dicembre e ad aprile. E settimana della morte a giugno con tutti gli esami concentrati in 5 giorni. 
Classe cosmopolita. Giappone, Nigeria, Cina, Mongolia, Malawi, Germania, Iran, Portogallo, Inghilterra, Malaysia, Pakistan... culture, esperienze, tradizioni a confronto ed il mondo che si spalanca di colpo nella mia vita.

...si è aperto un universo. Eccolo. E' quello che ho sempre cercato. Ti rendi conto che il luogo dove vivevi prima è in realtà piccolo, chiuso, e ti accorgi di quanto limitata e condizionata dai media fosse la tua visione del mondo. Tocchi con mano le altre realtà, in una visione ampia, completa e diversificata, vedi il mondo a 360°.
Cresci di colpo, travolto dal fascino indescrivibile dell'interculturalità, della libertà e dell'indipendenza. Ti senti finalmente padrone della tua esistenza. Hai più di un pensiero rivolto alle persone che ti vogliono bene e sono lontane, ma sei tu che finalmente manovri la tua benedetta vita.


(cit. Alessandro C., Letters from Reading)