lunedì 30 aprile 2012

Aglio, menta e basilico


Le cose belle della vita le ho sempre viste a colori. Io Marsiglia la immaginavo proprio cosi. Ocra e azzurra. Una piazzetta dai colori caldi con degli alberi ed un caffè sotto un cielo azzurro.  Persone sedute ai tavolini di un bar, che al caldo del mezzogiorno leggono il giornale sorseggiando Pastis.
Ed è così. Un intrico di vicoli, illuminati da una luce abbagliante che filtra per le strade del vecchio quartiere Panier. Che è un eterno cero. Un dedalo di viuzze in cui l’ocra nuova delle facciate, all’italiana, cerca di far dimenticare a tutti le radici antiche della città. Un continuo salire, scendere, e poi risalire. Marsiglia è città di vento. Il Mistral, che si infiltra in cima alle stradine e spazza al mare gli odori pungenti dei vicoli.
Marsiglia non è una città per turisti. Non c’è niente da vedere né da fotografare, tutto da condividere. Tanto per citare Izzo.


lunedì 23 aprile 2012

poverocane


Io arrivo, ci metto poco, entro la porta di casa e c’è il cane che mi guarda. Io non mi fermo, ma penso che il cane magari era li che aspettava che lo salutassi, ci può anche stare, io lo capisco che magari un cane si aspetta che quando uno entra in casa e lo vede che lo guarda, gli prenda l’istinto zoofilo, si fermi e lo accarezzi. I cani, poi c’è a chi piaccion di più e c’è a chi piaccion di meno, è naturale, non è che siam fatti tutti allo stesso modo. Ci son quelli ad esempio a cui piacciono i Pooh, a me non piacciono i Pooh, non si possan nemmeno ascoltare, ma lo capisco che esistano persone a cui piacciono.


Comunque, dicevo, mi son perso, capita, in ogni caso, volevo dirti che saluto con un abbraccio la padrona di casa e il cane in automatico mi molla un morso sul polpaccio. Che se ci pensi è una fortuna. E’ una fortuna che ti venga tatuato d’urgenza un canino sul polpaccio la sera alle otto quando tutti i negozi di tatuaggi son chiusi. Che io un morso sul polpaccio non lo avevo mai ricevuto. Ci ha pensato il cane, poverocane. Che poi peraltro la cosa che mi ha turbato di più era che poi la gente diceva pure poverocane. Che il cane era diventato triste perché mi aveva morso, che era, poverocane, mortificato in un angolo a testa bassa. E allora puccipucci al cane, mentre io mi osservavo l’ovatta col sangue. Che il cane no, ti morde ma solo per istinto. No il cane no, se ti morde è perché è “nanimale” e non lo ha fatto a posta a morderti. Il cane no, cioè, se il cane ti morde non è vero che ti ha morso, te lo sei inventato tu. Che poi, che vuoi che sia, il cane è vaccinato, è pulito, è sterile, ci puoi mangiare sopra… sei stato tu ad aver infettato col tuo polpaccio il cane. Che se gli si caria il dente e ci tocca portarlo dall’odontotecnico è solo colpa tua. E ora ti tieni morso, colpa e gli paghi pure l’otturazione.