domenica 26 febbraio 2012

Sulle disgrazie

Ci sono le disgrazie puntuali e le disgrazie a grappolo. 
Le disgrazie puntuali colpiscono a spot, sono a basso impatto, routinarie e ad assorbimento rapido. Diverse invece le disgrazie a grappolo, che si presentano, e qui scusatemi, a cacca di pecora (cit. Paola B.). In gruppo ma sparse. Si manifestano nel long run con molta meno frequenza, ma quando arrivano lo fanno in pompa magna ornandosi di una serie definita di eventi tragi-comici. Ci sono esseri umani naturalmente predisposti alla tipologia puntuale ed altri più adatti alla tipologia grappolo. Io credo di appartenere alla seconda categoria: sento proprio il grappolo facile. 
Stanotte, sabato notte, che poi era domenica mattina, ci erano le danze tsigane, ci era un gruppo che suonava anche Vinicio Capossela e ci era poi una compagnia fantastica. Tutto troppo bello. Il substrato perfetto per il ritorno del grappolo. Ballo, con Paola al mio fianco, appinguinati al resto della gente e tac, eccolo. Giunge in tackle il grappolo: per la seconda volta nella mia vita mi rubano il giubbotto. Il quale giubbotto, nella disgrazia, conteneva ovviamente anche le chiavi. Di casa. E pure dell'auto. Un grappolo vincente a sto giro. Un grappolo di qualità. Un grappolo platinum.

Parte il grappolo insomma: e con esso arrivano i pakistani a vendermi le rose.  Sempre di più. Uno, due, mille. Tantissimi pakistani mentre cercavo il giubbotto con la luce del cellulare in mezzo alle gambe della gente.  Le congiunzioni strane della vita. Paola va al bancone a denunciare il furto. Io pure vado al bancone a denunciare il furto, ma da un secondo barista.

Peppe mi viene a prendere. Prendo le chiavi a casa, torniamo e giustamente... non troviamo la macchina. Cazzo. La vita si accorcia di un anno. Facciamo la strada una seconda volta. La macchina poi appare. ?. Non l'avevamo vista. 
Torno al bancone della Citè per vedere se casomai...
Mi dicono che sono il terzo a denunciare un furto. Io, io e io. Ben tre persone stanotte hanno perso un giubbotto.
Giubbotti, chiavi, pakistani, macchine perse e poi ritrovate. Insomma, il grappolo è in caduta libera.

3 della notte. A casa, finalmente a casa, entro. Mi siedo e parte la filippica sugli "Elementi di psicologia comportamentale" tenuta da mia madre. Per la collana: "Tutto ciò che uno ama sentirsi dire dalle 3 alle 4 del mattino". 
8 della mattina. Sveglia forzata e denuncia dai Carabinieri. Ciruzzo 'o Pisciaiuol, (il Carabiniere di servizio) premendo una lettera al minuto sulla tastiera ci schiaccia mezz'ora per scrivere un verbale di dieci righe. "Dunque, ripeto, il nome del locale è La Citè". "La Ci trè?". Rimarrà nell'epica. Così come il mio sonno. 

Rientro e parcheggio finale con tanto di ciliegina. Un senegalese si avvicina alla macchina. 
Scendo e mi dirigo verso il portone.
Mi segue. 
Mi blocca, ha un foglio rosa con se. 
Vuole, alle 9.30 della domenica mattina, fare pratica di scuola guida con la mia auto.



5 commenti:

  1. non tutte le disgrazie vengono col buco!
    animo!

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    1. Tu sei uno di quelli che le disgrazie le vede a ciambella. Già ti ho capito sai? :)

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    1. Non ci credo, l'ultima te la sei inventata, non c'è verso.

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    2. Ebbene no, è tutto autenticissimo!

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