Intermezzo. La (seconda) vita universitaria, scandita da una serie di appuntamenti che manco Monica Bellucci, assume connotati militareschi. Giorni spezzettatissimi. Rispolvero le autoimposizioni sopite e mi detto regole. Fluttuo fra due substrati. Il substrato studio e il substrato nutrizione. Dormo e cammino insieme. Scadenze incombenti, finito un lavoro, due già accumulati. Mi sento carico, di lavoro e di spirito. Catalizzo. Credo inconsciamente di amare le situazioni complesse. Una forma di sadismo forse, ma ogni volta che ne esco, la soddisfazione e il piacere aumentano esponenzialmente. Adoro il challenging professionale. Ma è l'intermezzo. L'intermezzo di un trimestre che cade alla fine del mio primo quarto di secolo. Alcune cose in standby, altre in progress. E' un momento di transizione, quella linea di discontinuità che ho voluto tracciare nella mia vita. L'indefinito mi fa sorridere. Come alcune delle cose attaccate sulla bacheca di fronte a me.
Stasera ho tempo. Flussi di pensieri. Penso all'intermezzo cioè all'inter davanti a mezzo.
Perchè si sa... l'Inter è sempre davanti.
Buonanotte.
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