L'immagine è forte purtroppo, ma la sensazione che si prova dopo aver defecato tre esami in due giorni, l'ultimo dei quali alle quattro del pomeriggio di oggi è semplicemente e banalmente incredibile.
La facoltà di Economia Agraria dell'Università di Reading è fondamentalmente programmata per uccidere. Terza in Europa dopo Cambridge e Copenaghen, ti concentra tutti gli esami (presentazioni, lavori di gruppo, test in aula) in 10 giorni. Tutto nell'ultima settimana del term. E' un imbuto. Sette corsi da seguire e sette esami da affrontare in modalità diverse. E capita di dover consegnare un progetto il venerdi, uno il martedi dopo, affrontare un esame il mercoledì e due il giovedi.
E questo è il challenging. Informazioni su informazioni che non sai più dove far entrare, e la mole di lavoro che si impenna improvvisamente. Esci pazzo. La sfida è nel mantenere il controllo della situazione. Agire con intelligenza senza farsi assalire dal panico. Lucidità.
Un ultimo mese e mezzo da urlo.
Ma "la si sfanga sempre". Stavolta come le volte precedenti.
L'adrenalina che non se ne va subito, l'idea di dover tornare in stanza a studiare, ripetere, riguardare gli appunti è la prima sensazione che si prova. Poi ti guardi intorno e leggi negli occhi degli altri le tue stesse emozioni. Dei sorrisi si allargano inconsciamente. Ognuno sembra aver gettato a terra le proprie zavorre. La strada è ancora lunga, ma avverti che un primo passo è stato fatto. Sentimenti comuni. E poi una birra (più di una) liberatoria. Non si corre stasera, non c'è fretta di essere a casa, non ci sono tabelle di marcia da rispettare stasera, si chiacchiera... lo si fa ad oltranza, si ride e ci si rilassa. La neve all'uscita è stata la ciliegina sulla torta.
Continuerò a vedere i colleghi che si addormenteranno stanchi sui banchi. Continuerò a ricevere telefonate su skype alle tre di notte. Il ritmo sarà sempre più intenso, ma ne varrà la pena. Ricondividerò altri momenti fantastici come questo.
Domani Londra.
Buonanotte.
venerdì 17 dicembre 2010
lunedì 13 dicembre 2010
Gradualmente
Togliere lentamente il freno a mano.
La vita adesso vuole che ti liberi per un attimo della ferraglia che ti appesantisce, quella che era utile e funzionale, ma che era un ingombro per la parte pura del tuo essere.
Senti così il bisogno di retrocedere a sola forma. Ecco il lasciarsi andare. Nella sua definizione più schietta.
Restare con un dito del piede poggiato per terra ma iniziare a staccarsi... con lentezza.
Allora inizi a capire. Ti innalzi sempre di più, metti in folle, disconnetti la mente e cominci a salire, a salire...
Prendi coraggio, superi l'ultimo strato dell'atmosfera, è quello che vuoi e sei libero.
Adesso non ti senti più ancorato.
Puoi finalmente iniziare un viaggio bellissimo.
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